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Processo esecutivo, nessuna riparazione per chi non prova il danno
Cass. civ.
Il debitore esecutato rimasto inattivo non riporta, di regola, effetti negativi per l'irragionevole durata del processo esecutivo e, pertanto, «grava sullo stesso l'onere di allegare uno specifico interesse ad una celere espropriazione e di dimostrarne l'esistenza, nel rispetto degli ordinari criteri di riparto dell'onere della prova».
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La morte dell’unico difensore determina automaticamente l'interruzione del processo
Cass. civ.
La morte dell’unico difensore a mezzo del quale la parte è costituita nel giudizio di merito, determina automaticamente l'interruzione del processo, anche se il giudice e le altri parti non ne hanno avuto conoscenza.
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La perentorietà del termine per il deposito del fascicolo di parte
Cass. civ.
La perentorietà del termine entro il quale, a norma dell'art. 169, comma 2, c.p.c., deve avvenire il deposito del fascicolo di parte ritirato all'atto della rimessione della causa al collegio, produce effetti limitati alla decisione del giudice di prime cure.
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La liquidazione delle spese processuali da parte del giudice
Cass. civ.
In tema di liquidazione delle spese processuali ai sensi del d.m. 55/2014, l’esercizio del potere discrezionale del giudice, contenuto tra il minimo e il massimo, non è soggetto a sindacato di legittimità, attenendo pur sempre a parametri fissati dalla tabella, mentre la motivazione è doverosa allorquando il giudice decida di aumentare o diminuire ulteriormente gli importi da riconoscere, essendo necessario, in tal caso, che siano controllabili le ragioni che giustificano lo scostamento e la misura di questo.
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La liquidazione delle spese della fase sommaria dell’opposizione all’esecuzione
Cass. civ.
La Corte di cassazione ha individuato la sede in cui devono essere liquidate le spese della fase sommaria dell’opposizione all’esecuzione e quale rimedio abbia la parte vittoriosa nel caso in cui in cui il giudice ometta di provvedere sulle spese della fase sommaria.
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Le conseguenze della decisione fondata unicamente sulla mancata risposta all’interrogatorio formale
Cass. civ.
L'art. 232 c.p.c., secondo consolidata giurisprudenza di legittimita', non ricollega automaticamente all'omessa risposta all'interrogatorio formale o alla mancata comparizione della parte l'effetto della confessione, ma da' solo la facolta' al giudice di ritenere come ammessi i fatti dedotti con tale mezzo istruttorio, imponendogli, pero', di valutare ogni altro elemento di prova.
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La rituale instaurazione del contradditorio nei confronti del minore nei procedimenti de potestate
Cass. civ.
Nei procedimenti limitativi o ablativi della responsabilità genitoriale, il giudice deve procedere alla nomina di un curatore speciale del minore, ex art. 78 c.p.c., ove non sia stato nominato un tutore provvisorio, sussistendo comunque un conflitto d'interessi verso entrambi i genitori.
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Avvocati «sottosoglia» e obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS: la decisione della Corte costituzionale
Corte cost.
La Corte costituzionale ha ritenuto legittimo l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata INPS per gli avvocati del libero foro non iscritti alla Cassa di previdenza forense per mancato raggiungimento delle soglie di reddito o di volume d’affari, mentre ha ritenuto illegittima la decorrenza di tale obbligo relativamente al periodo precedente all’entrata in vigore della norma di interpretazione autentica ex art. 18, comma 12, d.l. 98/2011.
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L’onere della prova nel giudizio di risarcimento del danno da diffamazione
Cass. civ.
L’attore che assume di essere stato leso da una notizia di stampa deve provare il fatto della pubblicazione di una notizia diffamatoria e, a fronte di ciò, spetta al convenuto dimostrare, a fondamento dell’eccezione del diritto di cronaca (e della sussistenza della relativa esimente), la verità della notizia, che può atteggiarsi anche in termini di verità putativa.
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L’ascolto dei minori infra-dodicenni nel corso dei procedimenti finalizzati al loro affidamento
Cass. civ.
La Corte di cassazione si è pronunciata sul dovere del giudice di procedere all’audizione dei minori infra-dodicenni, ove capaci di discernimento, nell’ambito dei procedimenti che li riguardano ex art. 336-bis c.c. e sulle conseguenze della loro omessa audizione.
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