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Fatto notorio |
Inquadramento | Orientamenti a confronto | I fatti notori e le massime di esperienza | L'ambito di applicazione del fatto notorio: le differenze con figure affini | L'orientamento prevalente restrittivo | L'onere probatorio | La discrezionalità del potere del giudice di merito | Rientrano nel fatto notorio le ricerche del giudice di merito su internet? | Il sindacato sul ricorso al fatto notorio | Casistica | Riferimenti |
L'art. 115 c.p.c. costituisce un'applicazione del principio dispositivo in virtù del quale spetta alle parti il compito di indicare gli elementi di prova utili ai fini della decisione ed il giudice non può attingere al di fuori del processo la conoscenza dei fatti da accertare, prescindendo dalle prove ritualmente acquisite nel corso dello stesso. Il limite che incontrano le parti coincide con il potere direttivo riconosciuto al giudice, il quale può escludere le prove superflue, indicare alle parti le lacune probatorie da colmare, e può intervenire nell'indagine istruttoria disponendo d'ufficio i mezzi istruttori che la legge mette a sua disposizione. Quanto detto non si applica nei procedimenti c.d. speciali, nei quali c'è una forte attenuazione del principio dispositivo e delle garanzie processuali delle parti per una maggiore celerità di giudizio. È in questo contesto che si inseriscono i fatti notori e le massime di esperienza. Il concetto di “fatto notorio”, proprio per la sua portata derogatoria al principio dispositivo, è sempre stato inteso in modo rigoroso e stretto dalla giurisprudenza: non costituiscono fatti notori gli elementi valutativi che implichino cognizioni particolari o che richiedano preventivi accertamenti particolari (per esempio, la stima del valore di...
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